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Cos'è una citazione bibliografica

La citazione bibliografica

Quando scriviamo un nostro elaborato (una tesi di laurea, un articolo scientifico, un libro, un atto di convegno, una pagina web) e riportiamo il pensiero di un altro autore, riassumendone le teorie o citando le parole presenti in un suo scritto, è necessario indicare sempre correttamente la fonte che abbiamo preso a riferimento.

Citare una fonte vuol dire creare un legame tra il contenuto di ciò che stiamo scrivendo e quello di un testo che abbiamo preso a riferimento; un legame che si esplicita quando inseriamo, all’interno del nostro elaborato, una citazione bibliografica accompagnata da riferimenti bibliografici completi, con i quali indichiamo da dove abbiamo preso il contenuto (un testo, le immagini, i dati, ecc..) che stiamo integrando nel nostro lavoro. Citare le fonti è una operazione indispensabile perché:

  • le citazioni documentano il nostro percorso di ricerca, segnalando ciò che abbiamo ritenuto importante per la nostra indagine;

  • le citazioni ci permettono di conoscere e analizzare idee e opinioni differenti, ed è proprio da questo confronto che cerchiamo sostegno alle nostre argomentazioni;

  • le citazioni consentono, a coloro che stanno leggendo il nostro lavoro, di risalire alle nostre fonti e di leggerle a loro volta, al fine di verificare la correttezza di ciò che stiamo sostenendo o di ampliare le proprie conoscenze;

  • nel riconoscere il lavoro degli autori presi a riferimento, non effettuiamo il reato di plagio.


Come si citano le fonti

Cominciamo questo percorso, distinguendo le citazioni bibliografiche in citazioni dirette e citazioni indirette:

a) Definiamo citazione diretta quella che riporta le esatte parole dell’autore che stiamo citando. Solitamente abbiamo due modi per collocare una citazione diretta all’interno del nostro elaborato:

 

  • le cosiddette citazioni “in corpo” che si usano in caso di citazioni brevi: il brano citato, lungo non più di 40 parole, viene inserito all’interno del testo e racchiuso tra virgolette (alte o basse).

  • le citazioni “fuori corpo” che si utilizzano invece per citazioni più lunghe: lo scritto, riportato integralmente, viene inserito con un rientro maggiore rispetto ai margini della pagina, riducendone anche la grandezza del carattere di uno o due punti. In questo caso, la citazione non va posta tra virgolette.

In entrambi i casi, ricordiamo che, se all’interno del brano riportato, ci sono delle omissioni, queste dovranno essere segnalate con tre puntini di sospensione; se invece integriamo il testo con parole nostre, che hanno lo scopo di migliorare nell’insieme la comprensione di più brani citati consecutivamente, queste dovranno essere racchiuse all’interno di parentesi quadre.


b) Consideriamo invece citazione indiretta la rielaborazione, con parole nostre, del pensiero dell’autore che stiamo citando o di un suo scritto.

Ogni citazione viene accompagnata da un rimando ad una nota a piè di pagina, o ad una bibliografia posta alla fine di un articolo, di un libro o di un capitolo di libro. A seconda dei casi, il rimando può essere un simbolo, un numero progressivo, o una stringa, composta da autore e anno di pubblicazione dello scritto che stiamo citando.

All’interno della nota a piè di pagina o nella bibliografia, troveremo invece i riferimenti bibliografici (il titolo dell’opera, l’autore, la data di pubblicazione, l’editore, il luogo di pubblicazione, il numero di pagine e, nel caso in cui la fonte citata sia l’articolo di un periodico, anche il volume e il fascicolo) che ci indicano, con completezza, tutte le informazioni relative alla fonte utilizzata.

Nell'ambito delle citazioni bibliografiche vengono utilizzate alcune espressioni abbreviate, che permettono di evitare la ripetizione di autori, titoli o altre informazioni, già citate in precedenza, o sostituiscono informazioni mancanti. Ecco alcune delle più frequenti:


Id. = idem, "lo stesso": sta per il nome dell'ultimo autore che è stato citato in precedenza.
Ibid. = ibidem, "nello stesso luogo": indica una citazione identica a quella presente nella nota precedente.
ivi = "nello stesso luogo": indica una citazione identica a quella presente nella nota precedente, ma in numeri di pagina diversi.
Op. cit. = "opera citata": segnala un’opera (ad es. un articolo o una monografia) già citata, sebbene non nella nota precedente.
cit. = "come citato precedentemente": viene adoperato per un’opera già citata il cui titolo deve essere ripetuto.
S.d. = sine data, "senza data", oppure N.d.: sono abbreviazioni che possono comparire al posto di una data, nei casi in cui questa non sia specificata.
S.l. = sine loco, "senza luogo": abbreviazione che viene utilizzata al posto di un luogo di pubblicazione nei casi in cui questo non sia specificato.
S.n. = sine nomine, "senza nome": abbreviazione che viene utilizzata al posto del nome dell'editore nei casi in cui questo non sia specificato.
AA.VV. = autori vari: può comparire al posto degli autori nei casi in cui questi siano numerosi oppure non specificati. Tuttavia, come detto sopra, è un'espressione obsoleta che non andrebbe più utilizzata: le opere di autori non specificati dovrebbero infatti essere descritte e catalogate a partire dal loro titolo.
..et al. = ..et alii, "e altri": abbreviazione che viene adoperata dopo il primo di una serie di tre o più autori, al posto del loro elenco completo.
Anon. = anonymous, “anonimo”: può comparire al posto degli autori nei casi in cui nell'opera non sia specificato alcun autore. Tuttavia, è un'espressione obsoleta che non andrebbe più utilizzata: le opere di autori non specificati dovrebbero infatti essere descritte e catalogate a partire dal loro titolo.

I dati presenti all’interno dei riferimenti bibliografici devono essere elencati, in modo chiaro ed esauriente, secondo un ordine fisso, riportati in un formato ben preciso (ad esempio, in corsivo, in maiuscolo, per esteso o abbreviato) e divisi tra loro da una punteggiatura che segua una convenzione prestabilita.

 

 

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